Fabbricateatro

L’Associazione Culturale Teatrale I Siciliani Compagnia Fabbricateatro è stata costituita a Catania nel 1992.

Qualche considerazione sul perché della nostra denominazione:

  • I Siciliani” è una dedica esplicita al giornalista e scrittore Giuseppe Fava, trucidato dalla mafia nel 1984, direttore dell’omonimo periodico di cui abbiamo “rubato” il nome. Il ricordo del grande intellettuale ci ha spesso ispirato a scegliere, nella maggior parte delle nostre produzioni, temi civili.
  • Fabbricateatro” sottolinea la nostra continua ricerca di innovazione e sperimentazione nel linguaggio teatrale e nell’organizzazione delle risorse umane.

Per approfondire la nostra storia

L'Ultimo Spettacolo Locandina

L’ultimo spettacolo è il titolo che abbiamo scelto per questo nostra nuova creazione teatrale, che sarà rappresentata nei giorni 1-2-3 agosto 2025 presso l’Istituto di Incremento ippico per la Sicilia.

L’iniziativa è promossa dal Comune di Catania nell’ambito del progetto Palcoscenico Catania. La bellezza senza confini 2025 e finanziata a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.

Questa performance mette insieme i diversi filoni di ricerca degli ultimi anni di Fabbricateatro:

  1. La “correzione teatrale dello spazio urbano”, ovvero l’adattamento scenografico di luoghi non destinati originariamente alle rappresentazioni: in questo caso il galoppatoio interno del complesso monumentale di Via Vittorio Emanuele, con il suo calpestabile di sabbia.
  2. Un ennesimo spettacolo dedicato al nume tutelare di Fabbricateatro, Nino Martoglio, di cui ci onoriamo di aver innovato, da quasi vent’anni, la vulgata interpretativa tradizionale volta a una rappresentazione “folcloristica” della realtà popolare per riscoprire la valenza artistica e sociale della sua scrittura; ci vantiamo inoltre di aver individuato, nella storia professionale del drammaturgo siciliano, alcune innovazioni pratiche che lo avrebbero reso un precursore del teatro di regia, una sorta di Stanislavskij italiano.

Proprio per rimarcare l’inclusione di Martoglio nelle avanguardie teatrali del Primo Novecento innovativo, nel raccontare la sua tragica morte, abbiamo scelto la strada di uno spettacolo praticamente senza testo che si esprimesse soltanto attraverso la potenza del “sistema delle azioni fisiche”; nel laboratorio di formazione dei giovani attori e delle giovani attrici, propedeutico allo spettacolo, abbiamo adottato non solo alcuni temi e stilemi ma, soprattutto, il metodo compositivo della coreografa tedesca Pina Bausch e del suo Tanztheater.

Sulla scena rappresenteremo l’agonia dello scrittore, vittima di un agguato condotto ai suoi danni all’interno del reparto pediatrico dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania la sera del 15 settembre 1921: colpito dai sicari con delle barre di ferro, fu lasciato morire per dissanguamento in un pozzetto (la versione ufficiale di una morte accidentale per una brutta caduta, allora fornita dalla direzione dell’ospedale e avallata dalla magistratura, è oggi, alla luce di molte ricerche, condotte anche dal nostro gruppo di lavoro, ritenuta non plausibile).

In questa lunga agonia quali pensieri e quali immagini si saranno materializzati nel suo cervello martoriato? I pensieri e le immagini di un uomo che ha dedicato la propria vita al teatro possono essere espressi attraverso parole di senso compiuto? O piuttosto vanno ricercate nelle dinamiche e nel perimetro di un sogno? Perciò “l’ultimo spettacolo” può essere inteso anche come l’ultimo “montaggio mentale” di un regista che vede scorrere i momenti salienti della propria vita tradotti in un linguaggio dichiaratamente onirico. Che cosa può meglio rappresentare l’afasia di un moribondo delle azioni coreografiche ispirate al Tanztheater di Pina Bausch?

In scena ci saranno alcuni universitari che hanno seguito laboratori teatrali presso il CUT di Catania (Simone Coronella, Ludovica Ferrante, Francesco Rizzo, Chiara Sabbatini, Nicole Somers Andolina), il gruppo di lavoro di Cartura, creatrice delle maschere di cartapesta, guidato da Alfredo Guglielmino e composto da Calogero La Bella ed Elena Cantarella; Francesca Scirè, cavallerizza, titolare dell’ASD Passione Cavalli, la nostra attrice storica Sabrina Tellico. Regia: Elio Gimbo; aiuto regia: Rita Stivale; scenografie: Bernardo Perrone; audio: Simone Raimondo; diretta streaming della replica del 3 agosto sul nostro canale Instagram a cura di Alec Reina.
Ringraziamo il poeta Renato Pennisi che con grande generosità ci ha concesso alcune sue splendide liriche tratte dalla raccolta La Sicilia salverà il mondo.

Associazione Culturale e Teatrale
I Siciliani – Compagnia Fabbricateatro

Via Caronda, 84
95128 – Catania (CT)

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